giovedì 12 marzo 2015

GIOCO DI POTERE: NABLUS (ma forse anche per altri luoghi..)




Qualche giorno fa G. mi guarda e mi dice:
“shebab hai guardato le foto di quando siamo arrivate qui?”
“sì G.”
“ti sei guardata allo specchio? Hai visto cosa ci è successo? Hai visto cos'è successo ai nostri visi?”
“sì G., ho visto”.

Voi pensate, dalla vostro schermo e dalla vostra tastiera, che ciò che distrugge la vita qui siano i checkpoint, il muro, i soldati che sparano. A distruggerti la vita qui è, sì israele, ma è tutto quello che ne consegue e con il quale devi per forza raffrontarti ogni giorno. E' la vita che c'è qui.
Voglio raccontarvi due storie per essere più chiara, ma anche perchè oggi è nata su facebook l'ennesima discussione sulla Siria. E per “capire” ciò che accade in Siria..che si fa? Beh..da buoni attivisti da tastiera si sparano link a raffica. Non ne ho cagato nemmeno uno, ve lo dico.
Prima storia: arrivo al centro Tanweer e c'è una ragazza che avrà 22 anni. L'ho già vista altre volte. Quando arriva al centro ha il velo, e quando è dentro al centro toglie il velo. Mi ha criticato SHOOT dicendo che è stanca di vedere immagini di violenza per parlare di Palestina, che ci sono anche delle cose belle qui. Le avevo risposto che io avevo fatto un film per spiegare l'occupazione israeliana a chi non la conosce. Ma, questo suo desiderio di vedere la bellezza mi aveva incuriosita. Così ci siamo messe a parlare, ma solo quando lei ha smesso di cantare. Sì, perchè lei ha una voce a livello della Mina italiana. Una voce che spacca davvero. Mi parla e mi racconta che non può cantare, che le avevano offerto di cantare in un gruppo famoso, ma dopo grandissimi litigi con la sua famiglia ha dovuto rinunciare. Non capisco...(più o meno). “sì, la mia famiglia è religiosa”. No, scusa, ferma un attimo, questo non ha nulla a che vedere con l'Islam. Allora piano piano me dice ciò che già vedo da tempo: “è mio padre che è religioso, l'ha imposto a mia madre e noi tutti dobbiamo sottostare. E' la cultura palestinese che si è formata dopo l'occupazione israeliana”.
Conclusione della ragazza, che oltretutto era una grande attivista e ora ha smesso : “io voglio andarmene dalla Palestina perchè non voglio che i miei figli muoiano per qualcosa che non mi piace più e che siano solo degli altri morti”.
Qui le donne fanno vite diverse: a Ramallah sembra di essere a Milano, a Nablus le uniche senza velo sono straniere, nei villaggi non le vedi proprio per le strade. Ed arrivo al discorso Siria/donne. Mi avete scritto che in Siria le donne hanno pari diritti degli uomini, ma davvero? Ma pensa un po' anche qui, sulla carta. Nella realtà le donne palestinesi, a seconda del luogo dove vivono, non possono in pubblico girare senza il velo, fumare, ballare, cantare, andare in bicicletta, ridere a voce alta, attraversare la strada da sole. Non è vietato, ma la famiglia non glielo permette. Quindi, quando mi scrivete che in Siria hanno pari diritti, beh anche qui, ma non nella realtà, su internet certo, nei vostri link, ma quella non è la realtà.
Seconda storia che amplia la prima: scontri al campo profughi di Balata fra shebab e polizia palestinese. Ora vi spiego che cazzo sta succedendo.....
Un mese fa il corpo speciale 101della polizia palestinese, venuto dalla Giordania, ha fatto irruzione nel campo profughi di Balata a Nablus. Questo è il campo profughi più grande della West Bank ed anche quello con la più forte tradizione dell'Intifada.
Volevo andare a documentare sul posto gli scontri (che non erano pietre contro gas, ma proiettili da entrambe le parti), ma nessun palestinese ha appoggiato il mio desiderio. Anzi, mi hanno detto “d'ora in avanti dopo le 17,00 chiuditi in casa e non uscire per nessun motivo, come facciamo noi”.
Gli scontri a Balata sono andati avanti per una settimana, con le strade principali di Nablus chiuse e agli shebab del campo si aggiunsero anche quelli del centro città vecchia di Nablus. Ufficialmente era una missione della polizia per ripulire il campo da traffici di droga e armi, ufficiosamente era un'altra cosa. Ho raccolto, come ho potuto, varie testimonianze per arrivare a quello che vi scriverò qui ora.
Chi comanda a Nablus? Chi ha in mano il potere?
Basterebbe guardare i link e scrivere che c'è un Governatore ed un Sindaco, molto semplice quindi.... No, non è così.
L'attuale Governatore di Nablus “era” il capo dell'Wucoi, il corpo di polizia palestinese che sta rapendo gli shebab. Ho messo fra le virgolette “era” perchè è come se lo fosse ancora. Se qui un palestinese viene rapito dalla polizia palestinese tramite l'Wucoi si va dal Governatore a chiederne la scarcerazione..immaginate...
Ecco..il Governatore vuole il potere a Nablus e quindi attacca il Sindaco di Nablus. Infatti quando sono iniziati gli attacchi al campo, mi è parso strano che per sedare un traffico di droga il corpo 101 attaccasse il centro di Al Fatah. 41 soldati del corpo 101 si rifiutarono di attaccare Balata e furono “trattenuti” nella prigione di Jneid a Nablus. Tutto si fermò quando sembrava essere vicini ad una guerra civile in Nablus.
Due giorni fa il Wucoi fa irruzione in un ristorante di Balata (avevo pubblicato il video della telecamera di sorveglianza sul mio profilo facebook) e rapisce un numero imprecisato di persone, ma cosa moooolto più grave..: fa irruzione nella sede comunale di Nablus e rapisce un funzionario. Questo si chiama “messaggio di sfida”.
Il Comune di Nablus chiuse per protesta per un giorno.
Ora, raccontata così sembrerebbe una semplice lotta di potere interno, ma c'è un “ma”. Balata è un campo che è pronto per fare la terza Intifada. Tutte le Intifade precedenti sono partire da Gaza, poi Nablus, perchè è Nablus che controlla le azioni della West Bank. Anzi...c'è già stata una terza Intifada, fatta solo da Nablus, nel '78. Non a caso qui se si chiama la prossima Intifada, si chiama la quarta.
Gli scontri a Balata, sono in pratica, fra polizia palestinese che è comandata dal Sindaco e Wucoi che è comandato dal Governatore. Il Governatore non è di Nablus.
Oggi parlavo con un amico che è di Nablus e mi diceva che se non sei nato a Nablus non puoi capirla. Quando Arafat fece il giro delle città in West Bank disse in tutte le città “vengo con la speranza per liberare la Palestina” solo a Nablus disse “vengo con il fuoco e la lotta”. Nablus è un nodo cruciale. Quindi quello che sta accadendo a Balata è molto importante e può avere due evoluzioni: la prima è che la polizia palestinese si spacca e rivoluziona l'ANP (andando contro i capi) e poi uniti con gli shebab tutti contro israele, la seconda è che si ammazzano fra di loro soldati perchè non si spaccano ed è una guerra civile. In ogni caso gli shebab son pronti. Ho chiesto al mio amico “scusa, ma se sono pronti per l'Intifada, cosa aspettano? Perchè non inizia?” mi ha semplicemente risposto “perchè nessuno gli ancora dato l'ordine di farla”.
Allora, questa storia che vi potrà sembrare piccola ed insignificante pensando alla Siria, così come la prima storia tenta di spiegarvi una cosa: in Palestina il popolo è diviso da città a villaggi a campi profughi, poi è diviso dai partiti, poi dalla religione e per ultimo (quello che ha il potere sulle singole vite) è diviso per famiglie di potere. La lotta fra Shakka (Sindaco di Nablus) e Al Joub (Governatore di Nablus) dovrebbe essere emblematica per capire che quando leggete nei vostri link, articoli o manifestini è una SUPERFICE senza fatti né conoscenza della realtà e che quello che vi viene trasmesso e quello che questo mondo vuole che voi sappiate. Per tutto il resto vi sentirete dire in faccia “tu non sei di qui e non sai come funzionano le cose”.
Chiudendo con la Siria, mi stupisce da un pezzo la posizione dei compagni che quando si sono schierati per i palestinesi non hanno detto “contro israele, siamo con Abbas”, perchè, quindi per la Siria si dice “contro israele e sosteniamo Assad”?. E' un po' in contraddizione.... E mi scrivete “perchè è il male minore”?? Ma che cazzo dite? Abbiate il coraggio che avete avuto per la Palestina di dire che Abbas è un pezzo di merda, abbiatelo anche per la Siria. Io sto con il Popolo, con i Palestinesi e con i Siriani. Io sto con gli oppressi. Io sto con i diritti umani. Chi non rispetta le vite è mio nemico. Questo non è difficile da dire o da pensare con le poche notizie certe che abbiamo.

Tutto quello che vi ho scritto in quest'articolo non è scritto, non è legge, non è nei link o sulle pietre. E' nella vita dei palestinesi, nella testa dei palestinesi e si capisce solo vivendo qui. Immaginate, ora , per la Siria, dove nemmeno i palestinesi di qui capiscono cosa stia succedendo e ogni tanto mi trovo davanti qualcuno che dice “mio cugino o mio fratello è morto a Yarmouk di fame o nelle prigioni siriane per torture”. E voi..convinti che in Siria da profughi ci sono andati perchè l'hanno scelto e stavano bene. Porcaputtana.

Un'ultima cosa a riguardo su quello che scrivete su facebook: “chi muore nelle prigioni siriane sono palestinesi collaborazionisti di israele o robe simili”...
Siete bravissimi, davvero. Noi, qui, non sappiamo chi sono le spie. Non lo sappiamo mai e lo sappiamo sempre. Nel senso che con una media di 2 spie su 3 persone, tutti possono essere spie e con questi ci devi convivere, a volte sono tuoi fratelli o figli.
Ma voi, da facebook, grazie alla tastiera e ai link, sapete. Vorrei avere la vostra chiaroveggenza per evitare di supportare prigionieri palestinesi che poi vieni a sapere che in israele erano nella “gabbia degli uccelli” ed escono dalla prigione sbarbati ed in forma smagliante.


Queste sono alcune delle cose che rendono la vita qui invivibile e che hanno cambiato due bei visi in due mostri. Quella ragazza palestinese che vuole lasciare la Palestina non vuole diventare un mostro.

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