sabato 17 maggio 2014

CON LA MORTE NEGLI OCCHI



In Palestina l'occupazione militare israeliana applica la detenzione amministrativa. Per detenzione amministrativa s'intende la detenzione in prigione di persone senza alcun processo né accusa di reato. Iniziano con 3 mesi che vengono rinnovati ogni tre mesi. In questo modo ci sono Palestinesi che sono in prigione da anni, senza alcuna accusa.
I prigionieri in detenzione amministrativa si aggiungono agli altri prigionieri politici, molti in regime d'isolamento, quasi tutti sotto torture fisiche e psicologiche. Fra di loro 230 bambini.
Per protestare a questa disumana privazione della libertà, alcuni prigionieri hanno iniziato 23 giorni fa lo sciopero della fame in prigione. Due prigionieri avevano iniziato più di 45 giorni fa e sono stati ricoverati all'ospedale di Ramallah in gravi condizioni. Via via, ogni giorno si stanno aggiungendo altri prigionieri.
Lo sciopero della fame in prigione si basa su una nutrizione di acqua e sale, ovvero sulla “non nutrizione”. Potete, quindi, immaginare che già dopo alcuni giorni sia durissimo sopravvivere. Incontro Raed Amer a Nablus, è il delegato per la relazioni esterne di Palestinian Prisoners Society. A Nablus, in piazza, c'è una tenda permanente in solidarietà ai prigionieri in digiuno che rimarrà lì fino a quando protesteranno. Partecipiamo ad una fiaccolata in solidarietà e dal microfono parte un appello: l'Autorità Palestinese dovrebbe digiunare in solidarietà ai prigionieri per trasmettere un segnale forte al mondo politico degli altri Paesi.... Concordo, chissà se almeno l'Ambasciatrice Palestinese in Italia coglierà l'appello.
Mi racconta la storia dei prigionieri in detenzione amministrativa, non è la prima volta che protestano. L'anno scorso avevano iniziato a digiunare, poi è arrivata la promessa di israele di rivedere tutte le loro detenzioni, del tutto illegali. I prigionieri si fermarono con il digiuno. Quelle promesse si sono rivelate aria fritta. Anche Raed Amer è stato in prigione ed anche lui aveva fatto lo sciopero della fame, per qualche giorno. Mi dice che dopo il quarto giorno lo stomaco si chiude e che puoi stare solo seduto o sdraiato per terra. Ogni volta che tenti di alzarti devi farlo molto lentamente...
Incontro l'Avv. Jawad Boulus a Ramallah, uno dei pochi che sta vedendo i prigionieri in questo momento. Mi dice che il loro stato fisico e mentale è pessimo.
Proprio in questi giorni il Parlamento israeliano ha approvato una legge nella quale il rilascio dei prigionieri politici è illegale. Chiedo all'avvocato di come hanno accusato il colpo i prigionieri e chi li sostiene dall'esterno. E' un uomo totalmente consapevole di dove si trova, perchè mi risponde che in uno “stato militare” è solo un'altra legge militare. Mi colpiscono le sue parole “io non vado in Tribunale per vincere. Vado per essere un onesto testimone della crudeltà e della disumanità dell'occupazione israeliana. E' uno stato militare, una corte militare con leggi militari. Cosa vuoi vincere?”.
Il digiuno cade nel giorno della Nakba, 15 maggio. Cresce il desiderio di essere davanti alla prigione di Ofer a Ramallah, per i prigionieri e per non dimenticare che 66 anni fa ha avuto inizio la Nakba.
In piazza Al Manhara a Ramallah c'è un evento con carro e persone in bianco e nero, come le foto che si trovano in internet della Nakba. Ci sono le autorità e le bande musicali. Una sirena crea il silenzio.
Le urla in questo momento sono, però, altrove. Arriviamo davanti alla prigione di Ofer alle 12,00.
Ci sono circa 300 shebab, anche Donne, ma soprattutto per la prima volta non vedo commedie organizzate, ma shebab di Al Fatah, PFLP, Hamas o senza simboli. Tutti uniti su quella strada davanti ad Ofer. Sono bellissimi gli shebab con la kheffia o con la t-shirt che gli copre la faccia. I loro occhi che guardano lontano... Eppure due shebab, mentre mi copro la faccia con la kheffia, mi dicono che ho dei begli occhi. Fra un'ora quei due shebab non li rivedrò più......
I soldati iniziano a sparare, giusto 4/5 gas e qualche pallottola di gomma..poi partono subito i proiettili veri. Corrono le ambulanze e i paramedici per i feriti. Corre un'ambulanza per un ragazzo con t-shirt nera e kheffia bianco/nera; è stato colpito al petto e allo stomaco dai proiettili veri. E' a terra. Urlano gli shebab, alcuni di loro non riescono ad avvicinarsi al loro compagno ferito perchè sono sotto la traiettoria dei cecchini isreliani.
Il ragazzo ferito viene caricato sull'ambulanza che corre a Ramallah, all'unico ospedale che c'è. Gli shebab stanno tirando pietre ai soldati a circa 1 km di distanza....
Sono in mezzo alla strada e parte una raffica di spari avanti a me, sulla mia destra. Un ragazzo che veste la bandiera di Hamas e che è fermo sulla destra della strada, cade per terra. Gli hanno sparato. Urla fortissime, si capisce che è grave. Cerco di avvicinarmi per documentare cosa sta accadendo, ma tutta la gente corre verso quello shebab. Mentre lo caricano sull'ambulanza, vedo la sua testa e gli occhi..... sono girati all'indietro. Chi era vicino a lui mi dice che gli hanno sparato al petto e i proiettili lo hanno trapassato.
Passano solo 5 minuti da quando l'ambulanza si allontana per andare all'ospedale quando arriva la notizia che è morto. Credo, che fosse già morto quando l'ho visto, i suoi occhi sono nei miei occhi. In quel momento non ce l'avevo fatta e ho spento la telecamera.
Continuano a sparare i soldati israeliani e fare delle riprese o delle foto è alquanto difficile perchè non vedi arrivare i proiettili, non è come con i gas che puoi seguire la traiettoria o stare semplicemente distante.
Sono passate un paio d'ore da quando è iniziata la manifestazione, gli shebab non sono più 300, molti sono stati feriti o intossicati, ma quelli che ci sono continuano là davanti, tirando pietre e bruciando pneumatici. Arriva un'altra brutta notizia, il primo ragazzo ferito non ce l'ha fatta, è morto all'ospedale mentre lo stavano operando. Sono due i martiri, 15 e 17 anni.
E da qui in poi è difficile trovare le parole giuste per continuare...
E' giovedì e iniziano ad arrivare notizie confuse sulla possibilità che le manifestazioni del venerdì vengano annullate per i funerali dei martiri. Dopo un'ora viene confermata la manifestazione davanti ad Ofer del venerdì.
Mi fermo nel villaggio vicino ad Ofer a dormire da una famiglia meravigliosa, con una mamma meravigliosa. Il figlio si toglie il materasso dal letto per darlo a noi per dormire lì.... Avevamo già mangiato a Ramallah, ma non si riesce a dire di no a questa famiglia......
La notte la passo tra imprecazioni perchè ho rotto la videocamera e devo editare il video non avendo il mio pc e scaricando programmi per convertire file e montaggio video....e' mezzanotte...
Mi sveglio la mattina di venerdì 16 ad Ofer e inizio a pensare agli occhi di quello shebab ucciso il giorno prima. Apro la porta della camera e trovo la mamma Palestinese che mi mette una sigaretta in una mano e nell'altra il caffè, poi si accorge che sto camminando a piedi nudi e si toglie le sue ciabatte e me le da. Lei rimane a piedi nudi anche se insisto che non ne ho bisogno...
Sul balcone c'è una bacinella con a mollo nell'acqua una maschera antigas. Il figlio è tornato a casa qualche giorno prima e la maschera era piena di sangue così lei ha deciso di lavargliela... ovviamente ora è da buttare, ma cuore di mamma....quanto mi ha fatto sorridere la maschera nell'acqua.
Ci prepariamo per la manifestazione del pomeriggio con una colazione. Volevo lavare i piatti della sera prima, ma la mamma non me l'ha permesso e quando ho insistito ho capito che sarebbero partiti i calci. Lei gli shebab li prende a calci se non fanno i bravi. E' davvero amore puro.
Sono le 12,00, come il giorno prima, e siamo di nuovo davanti alla prigione di Ofer. La partecipazione è minore, forse perchè in tantissimi sono al funerale dei due shebab.
I soldati iniziano a sparare i gas, tanti. Molti soffocati, le ambulanze iniziano a correre e ….sparano sulle ambulanze, sparano ai fotoreporter presenti. Alcuni giornalisti vengono feriti da rubber bullets.
Poi, scoppia qualcosa simile ad una rissa alle mie spalle.. Corro con la videocamera, ma a parte il fatto che è rotta e mi muore definitivamente in quel momento, capisco anche che non è il momento di riprendere. Ecco cos'è successo: si è presentata alla manifestazione, in mezzo agli shebab, una troupe stampa sionista. Qualcuno gli chiede con che coraggio vengano qui...in questo momento e uno stronzo di giornalista sionista gli risponde “non sono affari tuoi”. Ok, parte la chiamata...”shebaaaaaab”. Gli shebab arrivano e vogliono prenderlo a calci, prendono a calci l'auto. Ma, udite, udite....la troupe viene “salvata” dalla polizia palestinese. Questo la dice tutta.
Intanto continuano gli spari di gas e rubber bullet, poi all'improvviso le urla....hanno sparato proiettili veri e hanno colpito un ragazzo alle gambe. Mentre lo caricano sull'ambulanza, i soldati sparano sull'ambulanza. Uno shebab avvolto nella bandiera di Hamas si mette nello stesso punto del ragazzo ucciso ieri sempre con la bandiera di Hamas. E' un voluto dejavù.
Siamo sulla strada, ma all'improvviso qualcuno spara verso di noi dalla collina, dal villaggio. Il soldati hanno attaccato il villaggio. Così, tutti coloro che sono ancora lì vanno verso il villaggio. Mentre camminiamo per la strada principale arrivano i soldati israeliani e iniziano a sparaci i gas. Stiamo solo camminando.... corriamo su per la collina, ci corrono dietro sparando. Arriviamo nel centro del villaggio, parte la sassaiola degli shebab, loro rispondo sparando a distanza ravvicinata i a gas. Colpiscono un uomo in faccia, forse gli hanno spaccato il naso. Continua la sassaiola, i soldati iniziano ad indietreggiare.
Calma....è tornato il silenzio, forse è finita. E' sera oramai e molti di noi devono rientrare a casa. La mamma Palestinese mi abbraccia per salutarmi e mi dice “c'erano i soldati qui davanti alla mia porta, ma io ridevo perchè gli shebab gli tiravano le pietre”
Mentre ci allontaniamo con il service, vediamo un soldato dietro ad una casa, non se ne sono andati. Quando arrivo a casa vedo le foto su facebook dei soldati israeliani che hanno attaccato da un altro punto il villaggio.
Cristo, ma come si fa a vivere così? Come fa quella Donna, mamma, a vivere in questo modo? Quanta forza ha una Donna così che ride davanti ai soldati e mette a bagno la maschera antigas del figlio al quale hanno sparato centinaia di volte?
Ho fatto una foto con lei, è bellissima.

VIDEO PRIGIONE DI OFER GIORNO DELLA NAKBA, DUE MARTIRI: 

VIDEO PRIGIONE DI OFER VENERDI', IL GIORNO DOPO I DUE MARTIRI:


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