domenica 20 ottobre 2013

LOTTA. DIRITTI. LIBERTA'.

Sono le 15,30 quando iniziamo a muovere qualche passo (giusto 3 passi) da Piazza san Giovanni. Da un'ora e mezza siamo in piedi sotto al sole ad aspettare la partenza della manifestazione. Ma, quel tempo da scoglionimento, l'avevamo ben impiegato (o almeno così pensavamo) nel trovare "un posto" dove stare lungo il corteo. Eh sì, perchè non puoi mica metterti dove vuoi... 6 donne e due uomini con uno striscione "no
tav, no tir" non possono mica essere libere di stare dove vogliono... No, non è la polizia che ci ferma nella libertà, ma i vari "servizi d'ordine". Così
ci accordiamo con un gruppo antifascista per stare a fianco a loro, ci sembrava di essere al sicuro a manifestare al loro fianco. Ma, dopo i primi km, scopriamo che non va bene. Arriva un servizio d'ordine che ci da delle "infiltrate" e ci mandano via. Più volte veniamo mandate via, perchè disturbavamo la visuale degli striscioni, perchè c'era un "cordolo" che non permetteva il cammino, perchè hai la cheffia e "chi cazzo sei?". Servizi d'ordine con bastoni, che fanno più paura della polizia. Poi, dopo aver chiesto più volte "possiamo metterci qui?", finalmente troviamo un posto (sempre con persone che storcono il naso però). Ed ecco che esce un messaggio su facebook di questo tono: " i no tav marciano in gruppo e non sono consentite persone con simboli no tav o magliette no tav che girino libere nel corteo". O cazzo! Che fanno ci multano o ci lapidano i "compagni"?
Ma, dobbiamo nuovamente spostarci perchè dove siamo noi deve passare il cammioncino che da via le maschere di V per vendetta ad offerta libera...
Insomma, inizio a lanciare la proposta di andarcene perchè mi sono rotta le palle. Poi, finalmente troviamo un posto, siamo vicine al gruppo che suona e balla, bellissimo, e davanti a noi c'è lo spezzone della lotta per la casa con famiglie, bambini nei passeggini e cani, altrettanto bellissimo. E' l'unico momento dove ci siamo sentite a nostro agio, ma dura poco. Da dietro iniziano a tirare bombe carta. Vorrei capire lo scopo della lotta di quelli che stanno facendo quel casino, ma non riesco a trovarlo.
La lotta è lì, lì davanti, in quelle famiglie con il passeggino che sono costrette a correre per non essere schiacciate e protette dal loro servizio d'ordine fatto solo da persone che si tengono per mano.
Ok, non c'è tempo, dobbiamo correre dal fondo perchè con le bombe carta stanno avanzando e a questi di noi non gliene frega un cazzo.
Dopo un pò sembra essere ritornata la calma, siamo di nuovo dietro al gruppo che lotta per la casa e siamo arrivati a Porta Pia, ma c'è qualcosa che non va... le bombe carta ora vengono sparate davanti e dietro al corteo e questo gruppo si trova nel mezzo, dove ci sono anche le tende e siamo anche totalmente circondati dalle forze dell'ordine. Eh sì, è il momento dove ci caricheranno, e caricheranno noi perchè siamo noi ad essere qui. Ci allontaniamo, per noi la manifestazione finisce in quel momento.
Dopo esserci allontanate dal casino, via telefono, mi arriva la notizia che chi faceva i disastri è saltato dentro allo spezzone delle famiglie con i bambini. Porci, mi fate schifo. La polizia ha caricato due volte le persone a Porta Pia, erano oramai seduti per terra.
Questa non è lotta, questo è il nulla. Ho partecipato ad un corteo dove le parole che ho sentito di più sono state "stai in riga" e "non potete stare qui". Non ci sarò mai più.
Ho avuto una riflessione ieri: " ho sbagliato tutto, non dovevo fare un film sulla Resistenza palestinese per farlo vedere in Italia, dovevo fare un film su cosa accade qui e farlo vedere ai compagni in Palestina". Ma, forse, no, forse è il caso che almeno loro che sono nell'orrore più totale credano che nel nostro Paese ci sia stata una manifestazione di lotta.
Spero, che i movimenti per la casa che stanno presidiando in queste ore riescano a spostare le virgole e ad ottenere qualcosa. Mi darebbe la speranza, almeno, di esserci stata per loro.
Un particolare: alla partenza da Ravenna una ventina di persone della polizia di prevenzione (digos) ha voluto filmare le facce con documento identificativo in mano di chi saliva sul pullman, uno alla volta davanti alla loro telecamera. Non mi sono prestata, non sono andata davanti a quella telecamera. Se mi volete filmare, fatelo, avvicinatevi voi o usate lo zoom, io non mi avvicino di un millimetro, non mi presto. I diritti umani, si difendono anche dalle piccole cose, sennò è inutile andare a Roma a manifestare.

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